Una speranza di riscatto


 

«Sono distrutta dal dolore sapendo che una mamma e un papà, un’intera famiglia, stanno piangendo la morte di un figlio. Ancora non posso credere che Valerio abbia potuto fare un gesto simile. E come me tutti quelli che lo hanno visto crescere nel quartiere. È giusto che adesso paghi e si assuma le sue responsabilità e so che lo farà. Per questo, con lo stesso dolore nel cuore, non ho mai pensato mai nemmeno un minuto che si potesse fare una cosa diversa da quella che ho fatto. La nostra è una famiglia per bene di lavoratori e per questo non potevamo aggiungere al dolore di questa tragedia la vergogna di sentirci in qualche modo complici. Quel giorno ho anche pensato che forse [quella di denunciarlo] era l’unica maniera per dare a Valerio una speranza di riscatto. Meglio in cella che con gli spacciatori. Valerio non è quello che si legge sui giornali. Anche lui aveva deciso di consegnarsi alla giustizia, lo so per certo. So che non voleva uccidere, ma di questo non voglio dire, ci penseranno gli avvocati. Oggi c’è solo la vergogna e il dolore per una tragedia che non avrei mai potuto immaginare e per la quale a nome della mia famiglia posso solo chiedere scusa».

Giovanna Proietti (madre di Valerio Del Grosso, 21 anni, che ha ucciso Luca Sacchi il 23 ottobre davanti a un pub del quartiere Appio Latino di Roma e che lei ha fatto arrestare) in un’intervista al Giornale Radio1