Vittorio Bachelet
(Roma, 20 febbraio 1926 – Roma, 12 febbraio 1980)
«Non c’è democrazia, non c’è vitalità politica, se le forze politiche non sanno farsi interpreti delle attese, delle speranze e delle angosce dei cittadini, se non sanno proporre linee capaci non di subire, ma di guidare lo sviluppo del paese e le trasformazioni necessarie per rendere l’ordinamento della società adeguato ai mutamenti che hanno profondamente modificato la sua composizione, la sua cultura, il suo assetto territoriale e sociale, la sua mentalità, il suo costume.
In questo momento di passaggio sono certamente difficili lucide analisi della situazione, prospettive limpide e realistiche e sarebbero inattendibili programmi politici miracolistici. E tuttavia si ha l’impressione che molte forze e intelligenze tuttora impegnate a garantire posizioni o combinazioni di potere darebbero risultati non disprezzabili se applicate a studiare e affrontare i problemi reali del paese.
Ma soprattutto non vi è forza politica che sempre – ma specialmente in un momento come questo – possa proporsi come orientamento e guida del paese se non ritrova i valori morali profondi della sua forza ispiratrice. Non si tratta solo degli scandali che turbano l’opinione pubblica: anche gli sbagli più gravi possono essere occasione di una ripresa morale quando l’ispirazione etica che guida e sostiene l’azione politica ha una forza capace di vincere nel bene il male. Si tratta di sapere se nella intricata e mutevole vicenda della nostra storia, e in particolare in quella del nostro paese, v’è un ideale di uomo e società capace d’incidere in questa storia e di orientarla a servizio dell’uomo; capace di costituire un punto di riferimento e una forza traente al di là di vittorie e sconfitte, di successi e di soluzioni subite: capace di confrontarsi su altre proposte e altri valori senza intolleranze ma senza lasciarsi intimidire; capace di affrontare non con operazioni di piccolo cabotaggio, ma con animo grande i temi essenziali della vita dell’uomo, della difesa della sua dignità, della sua famiglia, del suo lavoro, della sua cultura, della sua responsabilità, della sua libertà nella giustizia e nella pace.
In particolare quanti ispirano ai valori cristiani la loro milizia politica sanno bene che è questa la loro forza vera e più grande cui non possono rinunciare, quell’amore oggi capace di dare una speranza agli uomini liberi e forti, e forse più largamente di quanto non si pensi, anche alle nuove generazioni in cerca di valori per cui vale la pena di vivere e operare. Perché si può dover legittimamente pensare «che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza» (Gaudium et spes 31)».
(tratto da: Vittorio Bachelet, Ritrovare una profonda ispirazione, in Coscienza, 2/1976, p. 28 )