di Luigino Bruni
Le comunità ideali e spirituali possono sperare di diventare autentici luoghi di fioritura umana se riescono a camminare sull’orlo del proprio disfacimento. Quando invece la paura della possibilità della propria fine diventa troppo forte e prevale, la vita dei membri appassisce per carestia di aria e di cielo. Soltanto i crinali delle alte quote consentono la vista di panorami abbastanza larghi da (quasi) appagare il desiderio di infinito che spinge le persone con “vocazione” a donare la propria vita a comunità cui affidano pezzi essenziali di libertà e di interiorità. Ma appena la carovana perde quota in cerca di bivacchi sicuri dove fissare le tende, i luoghi e gli orizzonti diventano immediatamente troppo angusti: dobbiamo solo smontare presto il campo e riprendere la scalata.
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